Il Mulino del Pericolo esiste sin dal Medioevo.
Ha attraversato secoli di storia, è stato testimone di una battaglia della campagna d'Italia di Napoleone Bonaparte e del passaggio di Napoleone III nel corso della Seconda Guerra di Indipendenza.
Se vuoi approfondire la sua Storia, di seguito troverai notizie molto interessanti...e incredibili!
MILLE ANNI DI STORIA
Il Mulino del Pericolo si trova nel Comune di Turbigo (MI), sulle sponde del fiume Ticino ed è alimentato dalle acque della Roggia Molinara, che lambiva e faceva funzionare tutti i numerosi mulini del territorio, alcuni ancora presenti.
Il nome, che risale all’antichità, ha origini affascinanti, che derivano dalla leggenda o forse dalla storia, come vedremo nel seguito.
L’acqua
“Il territorio di Turbigo è posto al limite occidentale della Lombardia, sulla sinistra del fiume Ticino, a circa 40 km da Milano. L´ambiente geografico è caratterizzato da una profonda piana alluvionale su cui si innalzano tre terrazzamenti che determinarono la formazione di due insediamenti in costa, probabilmente lungo passaggi protostorici paralleli alla valle del Ticino. Il tratto di Ticino che attraversa il territorio comunale ha una particolare bellezza, grazie alla presenza dell´isola del Mulino del Pericolo e al percorso sinuoso, che muta continuamente direzione a causa delle piene impetuose. Dal terzo terrazzamento fluviale, nella parte alta del paese, l´ampia visione della valle termina all´orizzonte sulla maestosa e solenne catena innevata delle Alpi, che poi sfuma nei toni sempre mutevoli dei grigi e dei verdi delle Prealpi.” (Tratto dal sito web del Comune di Turbigo)
La vicinanza del fiume e le sue piene impetuose hanno creato negli anni frequenti esondazioni (l’ultima negli anni ‘30 del secolo scorso); forse proprio per questi continui gravi allagamenti e per il rischio ad essi legato, il Mulino è stato chiamato “del Pericolo”. Questa è una prima teoria sull’origine del nome.
Sempre sul sito del Comune è riportato un bel pensiero del maestro, ingegnere capo, Leonardo da Vinci, che sicuramente è passato da Turbigo nel corso della sua opera di ammodernamento del sistema dei Navigli.
“L’acqua che tocchi de’ fiumi è l’ultima di quella che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente”
Ci è sembrato doveroso iniziare questo racconto partendo da una citazione di Leonardo perché il Mulino ha attraversato la storia come il fluire dell’acqua, testimoniando lo scorrere del tempo e gli accadimenti storici, così come saranno narrati.
Mappa storica del XIII Secolo
Le origini della struttura risalgono al Basso Medioevo.
La cartina di Renzo Corna, rintracciata da Flavia De Vitt nell’Archivio di Stato di Udine e pubblicata dal giornale Contrade Nostre (n.30/1989), diretto dallo storico locale Giuseppe Leoni, riproduce la configurazione geografica nella seconda metà del Duecento della zona di Turbigo. Sono ben visibili e già tracciate l’antica Strada del Porto e la Roggia del Molino, alla cui intersezione era già indicato un mulino…Questi sono i documenti più antichi in cui abbiamo tracce della presenza del mulino. Tuttavia, i primi diritti di concessione per lo sfruttamento delle acque della Roggia del Molino o Roggia Molinara sono più vecchi di oltre un secolo e furono firmati da Corrado III, zio di Federico Barbarossa nel 1140.
Il Prof Franco Bertolli di Lonate Pozzolo, altro studioso di storia locale, scrive:
“Con diploma del 1140 l’Imperatore Corrado III concesse al conte Guido di Biandrate, suo alleato nelle lotte contro i comuni lombardi, la regalia prima goduta dalla comunanza di Lonate così come da quella di Castano sulla riva del fiume Ticino, dove funzionavano i primi mulini.”
Non ci sono tracce dell’esistenza del Mulino del Pericolo già in quell’epoca (o meglio, non le abbiamo ancora trovate), ma ci piace pensare che esistesse già.L’antichissima Strada del Porto, che passava proprio in prossimità del Mulino del Pericolo, era una importante via di passaggio, perché collegava la riva lombarda con quella piemontese ed era utilizzata per il passaggio delle persone e il trasporto delle merci. Il fiume Ticino è da sempre stata una linea di confine; a Turbigo, in prossimità del ponte sul Naviglio, nelle vicinanze del centro, sono ancora visibili i resti della Vecchia Dogana Austroungarica, inaugurata nel 1743. Proprio per questa particolare situazione, sulla Strada del Porto transitavano carovane cariche di merci che probabilmente venivano assaltate e depredate; da questa leggenda deriva la seconda teoria, forse più affascinante, sul nome del Mulino, legata alla presenza di briganti che periodicamente assaltavano i convogli carichi di merce che raggiungevano e provenivano dalla antica dogana e transitavano sulla Strada del Porto.
Dagli atti di governo delle acque, sono stati reperiti documenti dai quali risulta che il Duca Ludovico Maria Sforza (per mezzo dei suoi procuratori Antonio Mandriani, tesoriere ducale, e Brugonzio Botta) cede ad Ambrogio Piatti fu Martino, residente in porta Ticinese nella parrocchia di S. Giorgio al Palazzo a Milano, beni e diritti siti a Turbigo in Pieve di Dairago, tra cui diritti di macina.
Il 17 novembre 1508, Giovanni Filippo Coiriis, abitante in Castano pieve di Dairago, vende a Baldassarre Piatti fu Ambrogio abitante in Porta Ticinese a Milano, diversi beni tra cui un mulino (Atto rogato dal notaio Giovanni Antonio…onis…di porta Comasina, parrocchia di S. Tommaso in Terramare, Milano). Interessante è la descrizione degli immobili.
…Molendinum unum situm in teritorio loci de Turbigo plebis Daiiraghi Ducatus Mediolani, videlicet in Vale Ticini, quod est cum suis hedifitiis, cameris, stallis, rugiolis, molis, columbario et aliis hedifitiis et aliis quibuscumque pertinentiis, axiis, accessiis et iuribus quibuscumque et quelibetcumque et cum iure derrivandi aquam ex et de flumine Navigii Magni Mediolani, iuxta solitum et diebus et horis consuetis. Item de ipsa aqua et rugia, ubi dicitur ipsa aqua et alveo eiusdem reservato iure domini Damiani de Coiiris pro pratis suis irrigandis iuxta solitum et cum petia una vinee et petia una partim prati, partim buschi et partim zerbi. Quibus omnibus molandino et bonis coherent ab una parte flumen (arni), ab una alia strata per quam itur ad cassinam vel prata illorum de Platis, ab alia suprascripti domini Baldessarri et ab alia strata maestra per quam itur ad flumen et ad portum Ticini…
[“….Un mulino sito nel territorio della località di Turbigo della Pieve di Dairago Ducato di Milano, ovvero nella valle del Ticino, ossia con i suoi edifici, camere, stalle, roggia, mulino, colombaio e altri edifici e qualunque altra pertinenza, assi, accessi e diritti di ogni genere e tipo e con facoltà di derivare l’acqua del fiume del Naviglio Grande di Milano, come al solito e per i giorni e nelle ore consuete. Similmente (ha diritto di attingere) dalla medesima acqua e roggia, nel luogo stabilito dalla stessa acqua e dal medesimo alveo riservato di diritto allo stesso padrone Damiani de Coiiris per irrigare secondo la sua consuetudine i suoi prati con un pezzo di vigna e una parte di prato, parte di boschi e parte di “zerbi” (?). A tutte queste cose, al mulino ed alla proprietà sono confinanti da una parte con il fiume “arno” (?), da un’altra con la strada per la quale si va alla cascina o ai prati della famiglia Piatti, dall’altra (alla cascina e ai prati) del suddetto padrone Baldassarri e dall’altra la strada maestra per la quale si va al fiume e al porto del Ticino…”]
“…strata maestra per quam itur ad flumen et ad portum Ticini”
[”…la strada maestra per la quale si va al fiume e al porto del Ticino”]
La già famosa e antichissima Strada del Porto.
Il 2 agosto 1514 nella relazione compilata da Ludovico Visconti circa i diritti d’acque di Baldassarre e fratelli Piatti, si parla di un mulino nel territorio di Turbigo e di proprietà Piatti.
Reverendi ac magnifici patres, in casu presentis annate requisite sp(ecia)li doctori domino Baldessari et fratribus de Platis occaxione aquarum labentium per quandam eorum bucham existentem super navigio magno Mediolani in teritorio de Turbigo ad eorum molandinum et bona in dicto teritorio comparuerunt dicti de Platis alegantes se occaxione talis honeris molestandos nonesse quandoquidem ipsis aquis utantur loco eorum seu eorum datorum aquarum propriarum que ante ipsius navigii constructionem oriebantur ex eorum fontibus et quodam cavo su alveo per quem ducebantur ad dictum molandinum et bona quiquidem alveus ex ipsius navigii constructione occupatus fuit et in eo est in presentiarum labitur aqua navigii et eorum aque ablate fuerunt et eorum loco eiis permissum fuit ut construere possent ipsam eorum bucham in eo loco ubi et in presentiarum est ex qua dicertere possent eas aquas a navigio ad dictum eorum molandinum et bona et pro premissorum verificatione produxerunt capitula et testes examinatos usque de anno 1508 in quadam controversia tunc vertente inter eos de Platis ex una et ducalem cameram seu agentes per ea ex alia per quos probatum esse comperio ex auditu auditus ab antiquis eorum datorum antecessores ante ipsius navigii constructionem habuisse benefitium dictarum aquarum ad usum dicti molandini et bonorum que oriebantur ex eorum fontibus et dicto cavo et per eum decurrebant ad dicta bona que quidem aque et cavis occupata fuere ex eius navigii constructione et eorum loco eiis promisum fuit divertere ex aquis dicti navigii per dictam bucham que fabricata fuit in ea largitudine et profonditate ut nunc est quibus stantibus ipsi de Plattis pro dictis eorum bonis de iure co… posse non videntur ad aliquod onus nec solutionem presentis annate et ita D.V. refferro quibus me comendo.
Mediolani, die 2° augusti 1514, signata E.D.V. obsequentissimus Ludovicus Vicecomes I.u. doctor. Copia fidei”
[Reverendi e magnifici padri, nel caso della presente annualita’ richiesta al pregiato dottore signor Baldassarre e fratelli Dei Piatti in relazione alle acque che scorrono attraverso un certo loro fossato esistente sul naviglio grande di Milano in territorio che parte da Turbigo verso il loro mulino ed ai beni annessi al medesimo territorio, i sopracitati Dei Piatti comparvero allegando di non dover essere molestati a causa di tale onere (e’ una tassa d’utilizzo) quando invero utilizzino le stesse acque sulla loro proprieta’ ovvero le acque di pertinenza del loro dispensatore le quali, prima della costruzione del naviglio stesso, sgorgavano dalle loro fonti e da una certa cavita’ (un pozzo?) sul torrente tramite il quale erano condotte al detto Mulino e ai beni. In quello stesso punto il torrente fu occupato dalla costruzione dello stesso naviglio e di fatto ora e’ inglobalo in esso, vi scorre l’acqua del Naviglio e le loro acque furono sottratte ed al loro posto gli fu permesso di poter costruire il loro stesso fossato in quel luogo dove anche ora si trova il punto da cui potessero separare quelle acque dal naviglio verso il loro sopracitato mulino ed i beni ed a controprova dei permessi produssero i capitoli e testimonianze esaminate in una controversia risalente all’anno 1508 allora vertente fra i medesimi Dei Piatti da una parte e la camera ducale o gli agenti per suo conto dall’altra. Attraverso tali testimonianze trovo accertato per sentito dire secondo tradizione che gli antenati degli stessi datori, prima della costruzione del naviglio, avesso per l’utilizzo del detto molino e dei beni l’uso beneficiario di quelle acque che scorrevano dalle loro fonti e dalla sopracitata cavita’ e scorrevano attraverso di essa verso i detti beni. Tali acque furono occupate dalle cave derivanti dalla costruzione del naviglio, e al loro posto gli fu promesso di separare una porzione delle acque del naviglio attraverso il sopracitato fossato il quale fu fabbricato in quella larghezza e profondita’ come e’ ora. Stando così le cose gli stessi Dei Piatti per i loro detti beni secondo il diritto non pare possano essere costretti ad alcun onere ne’ soluzione (pagamento) della presente annualita’ e cosi’ riferisco alle Signorie Vostre cui mi raccomando.
Milano, 2 agosto 1514, Firmato E.D.V.Ossequentissimo Luigi, vicecomissario, dottore in diritto. Copia fedele]
Tutti i documenti sono copie estratte dal notaio Santagostino Pietro Paolo Beltramino (1524-1572).
A Milano, il 13 maggio 1540, si tratta del diritto d’uso d’acqua da parte degli eredi di Baldassarre Piatti:
1540 die XIII maii Iohannes Petro Crivello fatio fede come al libro mastro del Ducato del annata dil 1518 in foglio 87 si trova scripto como qua de sotto et senza tassa et scontro di pagamento alcuno et in fide mi sono sotoscritto di mane propria. Datum ut supra.
Heredi di m. Baldessar Platto per uno mol(endino) usa laqua vene dal naviglio in valle de Turbino (…). Idem Iohannes Petrus Cribellus.
[Il 13 maggio 1540, Giovanni Pietro Crivello attesto come si trova scritto al libro mastro del Ducato dell’annata 1518 al foglio 87 come qui sotto senza tassa né pagamento alcuno ed in fede ho sottoscritto di mia mano. Come sopra.
Eredi di m. Baldassarre Piatti per un mulino usa l’acqua che viene dal naviglio nella valle di Turbigo (…) lo stesso Giovanni Pietro Crivellus.]
Per circa quattro secoli, quindi, il Mulino del Pericolo fu di propietà della famiglia Piatti, da cui prese il nome che ancora compare in qualche scheda di archivio.
Le mappe del Catasto Teresiano del 1722
Agli inizi del 1700, Carlo VI di Asburgo diede inizio al censimento delle proprietà fondiarie, attività che fu realizzata prevalentemente negli anni 1722/23 e che portò alla redazione del famoso Catasto Teresiano.
Di seguito si riporta la cartografia storica del Comune di Turbigo (che faceva parte della Pieve di Dairago del Ducato di Milano sin dall’anno 922) e in particolare la mappa della zona del Mulino del Pericolo, già indicato nel suo impianto originario. E’ riconoscibile il tratto della Roggia Molinara (in verde) e, perpendicolarmente a questa, ancora la Strada del Porto.
Nell’anno 1753, la “casa con molino in affitto marcato in mappa al n° 212, compreso l’orto in mappa al 211” sarebbe stata trasportata alla mappa n° 302 con intestazione alla marchesa Piata/Piatti. Marianna Piatti intorno alla metà del 1700 sposò il marchese Luigi Erba Odescalchi e proprio da quest’ultimo il Mulino del Pericolo prende, per un breve periodo, il nome di Mulino Erba.
L'affresco sulla facciata principale, vincolato dalla Sovrintendenza dei Beni culturali
In questo secolo il Mulino subisce probabilmente l’ultima ristrutturazione radicale, sia nella struttura, che negli impianti di macina, come riportano le iscrizioni sulla facciata del fienile (1887) e l’incisione sul basamento in pietra della ruota, semisommerso dalle acque della roggia (1866).
Sempre nell’ Ottocento viene realizzato, da un autore sconosciuto, l’affresco visibile sulla facciata principale della cascina e da poco restaurato, è vincolato dai Beni Culturali.
Documenti originali con la mappa della battaglia, reperiti presso gli Archivi di Francia.
Ma le vicende più clamorose riguardano proprio gli inizi del 1800. Da ricerche effettuate presso gli archivi di Francia, è emersa una mappa storica che riproduce la battaglia contro gli Austriaci avvenuta sulle sponde del Ticino, il 31 maggio del 1800! Le truppe francesi, guidate da Napoleone Bonaparte, attraversano il confine proprio a Turbigo e poi, passando per Marengo (battaglia del 14 giugno 1800), raggiungono Milano.
Il passaggio del fiume Ticino, avviene ovviamente in corrispondenza dell’unica strada che collegava Galliate con Turbigo, l’ormai famosa Strada del Porto, che passava proprio di fianco al Mulino del Pericolo!
I volontari dell’ “Associazione Risorgimentale Turbigo 3 Giugno 1859”, oltre alle ricerche storiche, hanno effettuato ricerche con l’ausilio di metal detector nella zona; sono emersi numerosissimi reperti (pallettoni degli schioppi, calzari e bottoni delle divise dei soldati francesi, monete…) che oggi sono conservati presso il museo del Risorgimento di Turbigo.
Dal mulino è transitato un esercito di circa 60.000 uomini che hanno posto le tende proprio nei campi circostanti, prima di affrontare un’altra battaglia il giorno seguente, sul ponte del Naviglio Grande, per entrare a Turbigo e per poi procedere verso Marengo e Milano.
La battaglia per l’attraversamento del Ticino fu molto cruenta e provocò gravi perdite da entrambe le parti; non esiste un cimitero di guerra nella zona, ma l’isola di fronte al mulino è stata battezzata dai turbighesi con un nome emblematico e tragico, che ci racconta tutto…isola Cavaoss! (isola delle ossa)
Sulla pagina Facebook della Associazione Risorgimentale 3 giugno 1859 si possono trovare i riferimenti di un'altra perla che vede protagonista ancora il Mulino del Pericolo.
Riportiamo testualmente le ricerche e l'ambizioso progetto che stiamo realizzando insieme.
"VUE DE TURBIGO" immortala la nostra futura “ROUTE NAPOLEON”!
Ebbene sì, Turbigo ha anche questa singolarità: un quadro di proprietà del Louvre, attualmente depositato a Versailles, del pittore piemontese Giuseppe Pietro Bagetti (14 aprile 1764 – 29 aprile 1831) raffigura la valle del Ticino così come appariva nel 1800.
Noi abbiamo analizzato con la lente di ingrandimento il quadro e siamo riusciti a fissare i luoghi ancora oggi esistenti. Il pittore mette al centro del quadro il Mulino del Pericolo che già allora, era da secoli, l’unico edificio che si frapponeva tra il Ticino e il Naviglio. Da qui è facile poi individuare i restanti punti, dal Ticino in primo piano, al Naviglio nascosto dal viale alberato. Si riconosce anche la vecchia strada al porto di Turbigo che trasformeremo nella futura “Route Napoleon”. Andare al Louvre e/o a Verailles e vedere il proprio paesaggio è un privilegio che pochi hanno. I quadri di Pietro Bagetti furono raccolti, per volontà stessa dell'imperatore, nel castello di Fontainebleau, dove il Bonaparte era solito trattenere i suoi ospiti illustrando loro i luoghi delle sue campagne.
TURBIGO E' TRA QUESTI, E' TRA I LUOGHI IN CUI L'IMPERATORE AMAVA RICORDARE DI ESSERE STATO.
Pietro Bagetti, con i suoi pennelli, senza macchina fotografica, fu il primo reporter di guerra!
Napoleone lo assegnò all'Armata d'Italia come "artiste chargé d'exécuter les vues des sites les plus intéressants des principales affaires aux quelles la guerre va donner lieu."
Ebbene, Turbigo è uno tra i luoghi, più interessanti e principali delle guerre napoleoniche.
QUI SI E' SVOLTA LA GRANDE STORIA D’EUROPA, STORIA CHE VOGLIAMO RIPORTARE SUL TERRITORIO CHE SIA FRUIBILE DA TUTTI.
IL MUSEO DIFFUSO è il nuovo strumento per raccontare la nostra storia, per capire da dove veniamo. Aiutateci a sostenere il nostro progetto e a sensibilizzare il pubblico e il privato ad investire su queste iniziative che le associazioni risorgimentali italiane stanno promovuendo su tutto il territorio nazionale.
https://collections.louvre.fr/en/ark:/53355/cl020009564
Riproduzione della Battaglia del Mulino, realizzata dall'artista Stefano Villa
Proprio al Mulino del Pericolo avvenne lo scontro tra le truppe francesi e l'artiglieria austriaca.
Il tenente cisalpino Antonio Giacomo Corso, nel suo diario, descrive così i momenti della battaglia (Biblioteca di Francia "Manuscrit Italien 1574, fol. 71, Notice n.FRBNF30274244):
“Difficile era l’impresa di attraversare l’acqua corrente del fiume, la cui sponda era guardata da schioppi e da cannoni. Rinvigorita però la truppa francese dalla presenza del Primo Console, il quale fattosi innanti colla sciabola nuda, richiamava tutta l’intrepidezza ne’ suoi soldati. Un colpo di cannone tedesco poco mancò che non togliesse la preziosa vita di quel grand’uomo troppo esposto ai perigli”
…e se fosse questa la vera teoria del nome del Mulino del Pericolo? Napoleone, il Primo Console in Pericolo?!
Per approfondire gli avvenimenti e le fasi del Passaggio del Ticino, della Battaglia del Mulino e della Presa di Turbigo, di seguito potete scaricare un interessante articolo scritto da Daniele Solivardi, grande appassionato di storia locale.
Documenti originali reperiti presso gli Archivi di Francia e foto attuali dei pali nel Ticino
Ma non è finita qui!
Gli amici dell’Associazione Risorgimentale Turbigo 3 giugno 1859, capitanati dall’intrepido “Primo Console” Daniele Solivardi, non si sono fermati e nelle loro ricerche hanno fatto ulteriori scoperte. Riportiamo un post di luglio 2021 presente sulla pagina Facebook dell’Associazione, senza nulla aggiungere, un po’ per pigrizia, un po’ perché è già bello così e non sapremmo fare di meglio!
I PALI DI LEGNO CHE HANNO FATTO L'ITALIA.
A Turbigo può capitare a volte, nell'eterno alternarsi del livello dell'acqua del Ticino, di scorgere ancora, solidamente conficcati nel terreno, i pali principali che i genieri dell'armata franco-sarda, riteniamo abbiano installato, per consolidare i ponti di barche realizzati per far transitare l'intera armata. Riscoperti qualche anno orsono, furono, in un primo momento, attribuiti all'antico porto medioevale che effettivamente esisteva in zona ed era indicato sulle antiche mappe. Per raggiungere i pali e poterli vedere, bisogna transitare sull'antica strada denominata del Porto di Turbigo, che vorremmo tanto ripristinare e che permetteva di arrivare al Mulino del Pericolo e al porto direttamente dal centro abitato di Turbigo. L'Amministrazione Comunale fece fare all'epoca degli approfondimenti e delle analisi su alcuni campioni di legno prelevato da questi pali. Il risultato colse tutti di sorpresa, la datazione risultava recente, diciannovesimo secolo, il 1800 quindi. Bene, quella che all'inizio è parsa per tutti una brutta notizia, si è trasformata per noi in una notizia fondamentale, confermata dalle nostre ricerche. Infatti le stampe dell'epoca, collocano la presenza dei ponti di barche sul Ticino nell'esatta posizione dove si trovano oggi i pali. La datazione di laboratorio conferma le nostre intuizioni. Quelli che vediamo, quando il Ticino ce lo consente, sono i pali di legno che hanno fatto l'Italia. Abbiamo richiesto ufficialmente alla amministrazione comunale, una copia del referto delle analisi realizzate, per capire il range temporale. Primi dell'ottocento o metà dell'ottocento? Si perchè potrebbero addirittura essere quelli realizzati dall' "Armeé de Reserve" del Primo Console, Napoleone Bonaparte, nel 1800 e poi riutilizzati nel 1859.
Dai bollettini militari francesi sappiamo con certezza che gli ordini di Murat alle truppe erano: "Raggiungere quanto prima il Porto di Turbigo"
QUANTA STORIA SULLE RIVE DEL TICINO!
Quindi anche Napoleone III, con le sue truppe e alcune unità dell’esercito del Regno di Sardegna, transitò lungo la strada del Porto, in prossimità del Mulino del Pericolo per raggiungere il centro di Turbigo. Qui la battaglia del 3 giugno 1859 fu meno cruenta di quella del 31 maggio 1800 e il paese fu risparmiato dal saccheggio, grazie soprattutto all’intervento del parroco don Bossi che, probabilmente ragazzino nel 1800, aveva assistito alla tragica battaglia e che riusciì, sessanta anni dopo, a salvare il paese e i suoi abitanti.
Una volta attraversato il Ticino e il Naviglio Grande, costeggiando l’Alzaia, le truppe francesi si diressero verso sud e il 14 giugno combatterono la Battaglia di Magenta, famoso episodio della seconda guerra di indipendenza, sempre contro gli austriaci.
Giovanni Paglino, l'ultimo mugnaio del Mulino del Pericolo
Nel secolo scorso, smaltiti finalmente gli ingorghi del traffico napoleonico sulla Strada del Porto e a seguito della costruzione del ponte di ferro e dell’ attuale statale, il Mulino (forse) vive un periodo storicamente più tranquillo, ma operoso e si può occupare della macinatura del grano e della pilatura del riso. La ruota più grande (quella che è stata da poco riscostruita nelle sue dimensioni originarie e che ora produce energia elettrica) faceva funzionare, negli anni ’30, l’impianto di pilatura del riso del mulino.
Negli anni ’70, una volta dismesso l’impianto delle macine, il mulino venne adibito prima a locanda, poi a macello e laboratorio di preparazione e stagionatura di salumi, e subì un degrado abbastanza importante, finchè…
...correva l’anno 2014, o giù di lì e al Mulino succede anche questo:
improvvisamente arriva in bicicletta un ragazzo di nome Gino e ti racconta che nel 1939, quando aveva 8 anni, a causa di una piena del Ticino che aveva "portato via" la roggia, lui e la sua famiglia avevano dovuto abbandonare il Mulino.
Poi ti porta in giro per il Mulino, per la sua Casa, ti fa vedere in quale camera dormiva con i suoi fratelli, la camera dei suoi genitori, poi ti racconta tutto del mulino e poi ...
...poi dal portafoglio tira fuori la foto di suo papà!
Il signor Giovanni Paglino, ultimo mugnaio del Mulino del Pericolo; correva l'estate del 1931...